La Siae all'attacco contro il download: "3 miliardi i danni in Italia", Il governo appoggia la posizione dell'ente che fa pagare le royalty sulla proprietà intellettual

« Older   Newer »
  Share  
||T_fred_M||
view post Posted on 30/10/2008, 18:31




ROMA
image

Tre miliardi di euro il danno causato dalla "pirateria" (lo scaricamento di brani illegale, cioè che by-passa il pagamento) lo scorso anno, secondo la Siae (Società italiana autori ed editori), l'ente che raccoglie le royalties per i diritti d'autore. "Solo in Italia si scambiano sulla rete più di un miliardo di file, apparentemente con modalità peer to peer (ovvero di condivisione senza fini di lucro), che in realtà alimentano l’enorme mercato della pirateria informatica" .

Questi alcuni dei dati denunciati dalla Siae ieri al convegno «Attualità del diritto d’autore tra analogico e digitale» che si è tenuto al Festival Internazionale del Film di Roma, nell’ambito degli Stati generali del Cinema.

Salutato dal Presidente del Festival Gian Luigi Rondi e da Luca Barbareschi, il convegno è stato aperto e coordinato dal presidente della Società Italiana Autori Editori, Giorgio Assumma e concluso dal sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali Francesco Maria Giro.

«Ringrazio Gian Luigi Rondi- ha esordito Assumma- per aver voluto fortemente dedicare una giornata del Festival al diritto d’autore e ai molti problemi che lo affliggono. Molte correnti politiche in Europa, ma soprattutto in Italia, tendono sempre più fortemente a minare la tutela degli autori nelle sue fondamenta. Vogliono ridurre la proprietà intellettuale, rendendo libera, in misura rilevante, la appropriazione delle opere! Lo giustificano con l’interesse della cultura collettiva. È molto suggestivo invocare la cultura per limitare i diritti degli autori. In realtà -ha sottolineato Assumma- se si toglie all’autore il suo salario (una parola forte, ma che viene dall’antica usanza romana di pagare i legionari con il sale), cioè il diritto d’autore gli autori perdono la passione per la creazione, e se non c’è creazione, o se la quantità delle creazioni diminuisce, la cultura muore, si estingue o, nella migliore delle ipotesi, si svilisce. Ecco perchè la Siae si porrà in prima linea con tutte le sue forze per conservare la protezione degli autori che la tradizione giuridica ci ha tramandato».

Alessandro Conte, direttore dell’Ufficio Rapporti Internazionali della Siae ha tracciato poi un quadro del sistema di reciproca rappresentanza fra le Società di gestione collettiva grazie al quale la licenza rilasciata da una sola Società assicura all’utilizzatore la possibilità di disporre di tutto il repertorio mondiale tutelati delle Società di Autori. Conte ha quindi illustrato le problematiche nate dopo la recente Decisione della Commissione europea che ha ritenuto non in linea con le normative comunitarie a tutela della concorrenza tale sistema di accordi di reciproca rappresentanza le utilizzazioni on line, via cavo e via satellite.

«È vero che i milioni di euro appartenenti ad autori, editori, produttori e all’ industria dei contenuti -ha detto nel suo intervento Sapo Matteucci Direttore di ’Vivaverdi' e portavoce della Siae- ormai se ne sono andati e non tornano più. Non sono finiti nelle tasche dell’utente che scarica, non a scopo di lucro, opere protette senza corrispondere i diritti. Sono andati, di fatto, alle società che hanno fatto della rete il loro business: le varie telecom, gli internet provider, i produttori di sempre più sofisticati software».

«Ma Internet è una realtà ineludibile, che ha aperto anche -ha ricordato Matteucci- grandi opportunità e bisogna quindi smetterla di piangersi addosso. Piuttosto, si stanno identificando sistemi praticabili affinchè autori e industria dei contenuti non vedano vanificato il frutto del loro lavoro».

Due le ipotesi di soluzione ventilate da Matteucci: «La prima è la cosiddetta via francese, una legge in via di promulgazione, frutto d’un accordo tra tutte le parti in causa, provider compresi, che prevede l’invio di due avvisi da parte d’un’autorità governativa a chi scarica illegalmente. Una specie di patente a punti esauriti i quali si procede all’interruzione della connessione alla rete».

«Un ultimo sondaggio effettuato in Francia dall’Ipsos, evidenzia che più dell’80% delle persone cesserebbero scaricare illegalmente al secondo avviso. È la strada, con alcune differenze, su cui sta andando la Gran Bretagna, il Giappone, l’Australia, la Nuova Zelanda.

L’altra via -ha concluso Matteucci- è quella di un pagamento forfettario calcolato sugli abbonamenti di connessione, col quale sarebbero permessi gli scaricamenti di opere tutelate».

L’autore e regista cinematografico Emidio Greco ha ricordato che nel 2008 sono 10 anni da quando è entrato finalmente in funzione l’equo compenso, cioè il riconoscimento del diritto d’autore per gli autori cinematografici e in generale dell’audiovisivo, che non avevano mai prima percepito una sola lira a fronte dello sfruttamento delle loro opere. Greco ha poi sostenuto che la Siae è l’unica società in Italia che possa far fronte ai problemi del diritto d’autore nel contesto multimediale.

«Il concetto di diritto d’autore esiste solo in Italia e nell’Europa occidentale -ha proseguito Greco- negli Stati Uniti c’è il copyright, che è un’altra cosa. Vi siete mai chiesti perchè nella cerimonia dell’Oscar, il premio sia ritirato dal produttore non dal regista? In fondo però -ha concluso- produttori e autori sono accumunati dall’interesse di individuare chi sono gli utilizzatori delle loro opere».

L’avvocato Michele Lo Foco si è soffermato sui rapporti tra produttore ed autori e, in particolare, sul contrasto che le norme creano tra la tutela del diritto d’autore, riservata alle persone fisiche, e la necessità di consentire uno sfruttamento organico e organizzato delle opere cinematografiche, che può generare un contrasto tra autori e produttore.

Il sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali Francesco Maria Giro ha poi tratto le conclusioni del convegno, spendendo parole di elogio per il lavoro che la Siae compie a difesa del diritto d’autore, sottolinenando come sia importante condividere la questione delle sfide al diritto d’autore nell’era digitale con tutti gli operatori e gli esperti del settore che da questa situazione traggono un enorme vantaggio.

«Non possiamo confidare esclusivamente nel "superpoliziotto" -ha sottollineato Giro- cioè su di una sorveglianza che già esiste in questa materia e che impegna la Polizia postale in un’attività capillare di controllo e che dovrebbe coinvolgere anche gli Internet Providers, ma che tuttavia non è sufficiente per gestire il mondo complesso delle nuove tecnologie che accompagnano in ogni momento la vita di tutti ed in particolare quella delle nuove generazioni.

«È inoltre importante -ha proseguito Giro- avviare una stagione nuova attraverso la quale costruire un’offerta culturale e artistica strutturata e ben organizzata sia nella produzione delle opere intellettuali che nella tutela. La politica ha il dovere di ascoltare tutto questo ed adottare dei provvedimenti che siano semplici ed incisivi. La Siae svolge un ruolo fondamentale in questo processo ed oggi ho avuto modo di apprendere molte cose su questo organismo che opera in modo molto attivo ed è consapevole dei problemi che deve affrontare. La Siae è articolata in sezioni che stanno lavorando con impegno tra mille difficoltà districandosi in mezzo ad un insieme di norme complesse e insufficienti alle quali deve comunque attenersi e noi come politica di governo dovremo assumere delle decisioni ed operare delle scelte confrontandoci con le istituzioni europee che stanno anche loro studiando nuove iniziative e nuove proposte sul diritto d’autore. Il 2009 -ha concluso Giro- sarà l’anno europeo dedicato alla creatività e i problemi di cui abbiamo discusso saranno affrontati e sviluppati in tutte le loro articolazioni in sede comunitaria».
 
Top
0 replies since 30/10/2008, 18:31   37 views
  Share